Le Frazioni

Le frazioni del comune di Filattiera sono:

  • Caprio
  • Campodone
  • Cavallana
  • Dobbiana
  • Gigliana
  • Lusignana
  • Migliarina
  • Ponticello
  • Rocca Sigillina
  • Scorcetoli
  • Serravalle
  • Sorano
  • Volpino

Caprio

Caprio si trova sulla parte destra dell’omonimo torrente. E’ un borgo molto caratteristico e per alcuni tratti ricorda l’architettura presente a Pontremoli. Fu infatti confine dell’unico comune medievale lunigianese, delimitato “ab utroque flumine Capriae”, dove l’altro torrente Caprio è l’odierno torrente Teglia. Tipiche sono le case torri medievali del borgo, come casa Moscatelli a Caprio di Sopra. Conserva bei portali in arenaria e la parte superiore presenta un borgo in galleria. La chiesa parrocchiale di Caprio si trova nella parte inferiore, dedicata a Santa Maria Assunta, lungo l’antica via Lombarda che portava al passo del Cirone. Secondo il Ferrari, prima dell’anno Mille venne donata all’abbazia di Brugnato insieme alla chiesa di Sant’Anna, oggi a Caprio di Sopra, ma anticamente annessa al castello di Sant’Anna, oggi scomparso, sulla collina a dominio dei due abitati, possedimento della famiglia feudale degli Alfieri.
Caprio passò al comune di Pontremoli, circondato dai domini dei Malaspina di Filattiera, per poi confluire nel Granducato di Toscana con i Medici.
(fonte: terredilunigiana.com)

Cavallana

Cavallana, nelle vicinanze di Filattiera e a poca distanza da Caprio, entrò a far parte del comune nel 1865. Posto sotto la Rocca Sigillina, conserva un bel borgo in galleria e la chiesa dedicata a San Martino. Alla fine del ponte sul Caprio dove comincia la salita per il borgo, scende un sentiero sulla sinistra che porta al torrente, dove in estate è possibile rinfrescarsi in un ambiente naturale molto suggestivo. Cavallana fu acquistata nel 1546 da Cosimo I ai conti Noceti, per incorporarlo al territorio di Bagnone, di cui fece parte appunto fino al 1865.
(fonte: terredilunigiana.com)

Dobbiana

Dobbiana non è un centro preciso, ma un insieme di località che formano il paese. Si trova appena dopo Pontremoli, sulla sinistra, verso Filattiera, immerso nella natura più incontaminata. La chiesa di Dobbiana è dedicata a San Giovanni Battista, del XV secolo, ma la chiesa primitiva risale all’XI secolo. Presenta una facciata romanica formata da bozze squadrate in arenarie e un interno di stile barocco con una grande tela del Volto del Santo, rappresentato anche nel marmo dell’altare in una statua.Comprende le località di Arnuzzolo, Macerie, con un piccolo oratorio sconsacrato e una fontana con una bella maestà raffigurante Sant’Antonio Abate, Monti e Tarasco, quest’ultimo paesino molto suggestivo.
(fonte: terredilunigiana.com)

Gigliana

Gigliana si trova a pochi chilometri da Filattiera, sulla strada per Lusignana, svoltando a destra al bivio tra Caprio e la stessa Gigliana, dopo aver superato il santuario di San Rocco. Gigliana fece parte del comune di Filattiera a partire dal 1865, staccandosi dal comune di Bagnone. Nel Medioevo, era parte del feudo dei Malaspina di Filattiera. In epoca longobarda, Gigliana era toccata dall’antica strada lombarda. Da rimarcare nel borgo, un frammento di statua stele di stile arcaico, murato nel 1749 nel campanile della chiesa di San Michele.
(fonte: terredilunigiana.com)

Lusignana

Lusignana, nella vallata del Caprio, a sinistra dello stesso torrente, è una delle più elevate località poste nel versante toscano, alle pendici della catena appenninica del Monte Orsaro. E’ composta di due frazioni denominate Vignolo e Posponte. La vallata ha pascoli, prati e boschi verdeggianti, percorsi da numerosi torrentelli.
Di aspetto prevalentemente rurale, il paese ha origini abbastanza antiche, specialmente, la villa di Posponte, probabilmente primo nucleo del casale di Lusignana. Già dominio del marchese Spinetta Malaspina di Fosdinovo, si diede nel 1477 alla Repubblica Fiorentina. Nel 1549 faceva invece parte del feudo malaspiniano di Filattiera del marchese Bernabò, figlio di Manfredi che la vendette a Cosimo I. La chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio si trova alle pendici del Monte Marmagna. E’ posta a circa metà strada tra le due frazioni ed ha l’aspetto, nella parte esterna, di una pieve. Una data incisa sull’architrave del portale di arenaria della chiesa attuale reca l’indicazione dell’anno 1646. Nel paese si trova una raccolta di oggetti e attrezzi della civiltà contadina dell’alta Val di Caprio, intitolata a Mario Nadotti. E’ visitabile agli inizi di agosto durante la festa del paese. Superando Lusignana, a controllo della strada che da Filattiera andava nella valle del Parma attraverso il passo del Cirone, troviamo i ruderi di Monte Castello, databile approssimativamente tra la metà del VI secolo e la metà del VII.
(fonte: terredilunigiana.com)

Ponticello

Il borgo medievale di Ponticello risale al XIV-XV secolo e si trova a circa 3 chilometri da Filattiera, lungo l’antico tracciato della Via Francigena. Si sviluppa interamente dietro l’oratorio dei Santi Rocco e Bernardo, fondato nel 1648. La sua facciata si trovava originariamente rivolta verso l’abitato, ma nel 1819, l’oratorio venne restaurato ed ampliato con l’aggiunta della cupola coperta di rame, mentre la facciata fu costruita verso l’esterno. Da vedere all’interno del borgo caratterizzato da archi a sesto acuto, a tutto tondo e a botte, che collegano le vie e le abitazioni, la casa torre risalente al X-XII secolo, tipica abitazione fortificata a 3 locali sovrapposti con entrata situata al primo piano, a cui si accedeva con una scala a pioli retrattile, mentre attraverso alcune botole si passava agli altri vani interni dove venivano custoditi acqua e riserve alimentari.
Il borgo di Ponticello si anima con la festa de “I Mestieri nel Borgo”, un appuntamento che rievoca tutti i mestieri più antichi grazie all’allestimento, nelle cantine e nei “fondi” del borgo, di spazi espositivi per artigiani locali che lavorano la pietra, il vimine, il legno.
(fonte: terredilunigiana.com)

Scorcetoli

Scorcetoli si trova sulla SS 62 della Cisa, tra Pontremoli e Filattiera. Il paese venne menzionato per la prima volta nel 1063, in un documento che assegnava l’antica chiesa di San Bartolomeo, oggi scomparsa, al monastero di San Venerio o del Tino a Portovenere. La chiesa parrocchiale è dedicata a Sant’Andrea. Restaurata nel XVI secolo, con facciata e decorazioni a stucco del XVII, davanti alla chiesa si trova una statua stele posta in un’edicola. Dal territorio di Scorcetoli passava nei pressi della Magra, vicino all’attuale strada nazionale, la Via Francigena. Fino alla metà del XX secolo infatti, si trovava nei pressi del fiume Magra la chiesa di Santa Maddalena, più volte distrutta e ricostruita a causa delle piene del fiume Magra. Annessa alla chiesa si trovava nell’antichità l’ospedale di Capria, ricordato nell’estimo del 1470-71. La chiesa è stata riedificata nella vicina località Cantiere, oltre il passaggio a livello, e il 22 luglio viene festeggiata la Santa. Oltre a Cantiere, Scorcetoli comprende le località di Canale, dove si trovano i resti di un’antica casa torre e una bella villa del XVIII secolo, Ponticello, stupendo borgo in galleria, Migliarina e Monteluscio.
(fonte: terredilunigiana.com)

Rocca Sigillina

Posta in posizione dominante lungo una variante della Via Lombarda per il passo del Cirone, alle falde dell’Orsaro e alla confluenza del torrente Caprio con il rio Cuccarello, la Rocca fu nel XIII e XIV secolo in continua lotta con i Malaspina di Filattiera, Pontremoli e Parma per la propria indipendenza. I signori della Rocca erano, secondo il Ferrari, feudatari minori, discendenti da un Ser Azzo o Ser Atto, capostipite della famiglia dei Seratti poi trasferitisi a Pontremoli e rafforzatisi nell’XI secolo con la decadenza del consorzio obertengo. Lo stesso nome Rocca Sigillina deriva dall’antico Rocha Vallis Azzolinae. Dopo una breve dominazione nel XIV secolo, il ritorno dei Malaspina provocò la ribellione degli abitanti che nel 1525 si diedero a Firenze. Il borgo si sviluppa dietro la chiesa barocca di San Giorgio e i resti dell’antica fortificazione. Vide il suo declino con lo sviluppo della più accessibile strada di Monte Bardone, l’attuale Cisa. Il borgo si snoda a forma di esse, creando due nuclei distinti, superiore e inferiore. Nelle vicinanze è possibile rinfrescarsi nel torrente Caprio, nel rio Cuccarello e nelle vaschette naturali del rio Sassino.
(fonte: terredilunigiana.com)

Serravalle

Nella valle del Caprio, Serravalle è un borgo in galleria che conserva la chiesa parrocchiale di San Michele. Si trova lungo l’antica strada lombarda per il passo del Cirone, attraverso i Prati di Logarghena, luogo di gite primaverili ed estive e di sentieri del Trekking Lunigiana. Anticamente, su uno sperone dei monti di Logarghena, esisteva un castello, a dominio della suddetta via Lombarda, chiamato dai cronisti pontremolesi castello di Muceto. La fortificazione venne distrutta con l’espansione di Pontremoli verso il torrente Caprio e la sottomissione delle piccole famiglie feudali sviluppatesi nell’XI secolo con il decadere del potere imperiale.
(fonte: terredilunigiana.com)

Sorano

La pieve di Santo Stefano di Sorano si trova nella piana di Filattiera, lungo l’antico percorso della Via Francigena, in una zona di un grande interesse storico. Cronologicamente, la piana fu antica area di culto, come testimoniano le numerose statue stele lì ritrovate. Qui si sviluppò nel I secolo a.C. una fattoria di epoca romana, forse appartenuta a una “Gens Suria”, un antico edificio di difesa oggi scomparso, il “Kastron Soreon”. All’interno della pieve si trovava la Lapide di Leodgar, oggi nella chiesa di San Giorgio sempre a Filattiera, forse un vescovo o un gastaldo longobardo morto nel 752, fautore della cristianizzazione della Lunigiana e della distruzione di molti idoli di pietra, come si legge dalla lapide stessa. La pieve viene citata indirettamente per la prima volta da Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, nel suo viaggio verso Roma alla fine del X secolo. Isolata a partire dal XII-XIII secolo quando per l’insalubrità dovuta al fiume Magra e i pericoli del passaggio di eserciti, la popolazione si spostò nell’attuale borgo, fu comunque a capo di una vasta diocesi come testimonia un estimo del XV secolo, che ne registrava i possedimenti da Malgrate a Mulazzo, Filetto, Rocca Sigillina, Filattiera e altre ancora. Il luogo venne definitivamente abbandonato nel 1700. La pieve mantenne le sue funzioni religiose fino alla metà degli anni 90 del Novecento, quando l’incuria ne provocò la caduta del tetto. In vista del Giubileo del 2000 venne completamente ristrutturata. L’impianto è a tre navate, divise da pilastri circolari con capitelli monolitici appena sbozzati. L’abside centrale è affiancata da due più piccole, aggiunte in epoche successive. La torre campanaria quadrata e tozza tradisce uno scopo più difensivo che religioso. Il materiale di costruzione ne conferma l’origine povera, pietre del fiume Magra assemblate tra loro.
(fonte: terredilunigiana.com)